Norme Tecniche e Sicurezza
La norma fornisce i criteri di scelta dei vetri da usarsi, sia in esterni che in interni, in modo che sia assicurata la rispondenza fra prestazioni dei vetri e requisiti necessari per garantire la sicurezza all’utenza. La norma 7697 regola la scelta del tipo di vetro da impiegare nelle varie applicazioni in funzione delle destinazioni d’uso e dei rischi in materia di sicurezza che deve essere considerata uno strumento di lavoro quotidiano da tutti gli operatori del settore (progettisti, imprese di costruzione, serramentisti, vetrai e rivenditori).
Ulteriori novità introdotte dalla norma sono:
- Porte e finestre devono essere con vetro di sicurezza;
- Applicazioni di vetro temprato ad altezze superiori di 4 metri la cui rottura possa proiettare frammenti, il vetro deve essere stato sottoposto al test di HST;
- Parapetti anche se completamente intelaiati debbono essere realizzati con un pvb 0.76;
Per tutte quelle applicazioni come: parapetti, tettoie, pavimenti, gradini calpestabili, in cui la rottura di tutti i vetri stratificati comporti il collasso del manufatto, non potranno più essere realizzati se non prevedendo almeno uno dei seguenti componenti: Vetro ricotto, plastico rigido, vetro indurito.
Le varie versioni della UNI 7697 la cui prima stesura è stata nel 1977, sono servite a salvare molte vite umane, a ridurre il numero di infortuni ed è sempre stata additata in tutta Europa come norma di sicurezza per il vetro in edilizia da imitare.
In tema di sicurezza dei vetri, la normativa UNI 7697/2014 definisce i criteri di scelta delle vetrate per l’ edilizia, in relazione al luogo e all’entità del rischio conseguente alla rottura, per garantire la sicurezza dell’utente. I livelli prestazionali minimi stabiliti dalle norme UNI 7697/2014 per quanto riguarda le scuole di ogni ordine e grado sono i seguenti:
Per i serramenti esterni vetrati e le vetrate in facciate continue, strutturali e a fissaggio puntuale: Classe prestazionale 1B1 secondo UNI EN 12600 (Anticaduta) sotto i 100 cm e 2B2 (Antiferita) secondo UNI EN 12600 se sopra i 100 cm dal piano di calpestio.
Per vetrate interne: Classe prestazionale 2B2 (Antiferita) secondo UNI EN 12600 per tutti i vetri indipendentemente dall’altezza da terra.
La presente norma è la versione ufficiale della norma europea EN 1279-5:2005+A1 (edizione novembre 2008). La norma specifica i requisiti, la valutazione della conformità, il controllo di produzione in fabbrica delle vetrate isolanti per impiego negli edifici.
La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 12600 (edizione novembre 2002). La norma specifica un metodo per la prova di impatto con pendolo di singole lastre di vetro piano per uso in edilizia. La prova ha lo scopo di classificare il vetro piano in tre classi principali a seconda della prestazione nei confronti dell’impatto e della modalità di rottura.
Vetri antinfortunio
Prova del pendolo “metodo della prova di impatto e classificazione per il vetro piano”. La prova simula l’impatto di un corpo umano contro una lastra di vetro. Il vetro viene classificato in funzione dell’energia necessaria a determinarne la rottura e le modalità di rottura (B=tipica del vetro stratificato). Quando, per la rottura del vetro, si possa cadere nel vuoto da un’altezza ≥ 1 m solo i vetri stratificati con classe prestazionale minima 1(B)1 rispondono a questa esigenza.
La norma specifica i requisiti di pareti doccia per impieghi domestici; la norma non si applica alle cabine doccia né alle tende, e non specifica requisiti dimensionali né estetici.
La presente norma è la versione ufficiale della norma europea EN 1096-1 (edizione gennaio 2012). La norma definisce le caratteristiche, le proprietà e la classificazione del vetro rivestito per l’utilizzo in edilizia. La norma si applica al vetro rivestito per l’applicazione di vetrate per l’utilizzo in locali domestici o commerciali normalmente abitati.
La presente norma è la versione ufficiale della norma europea EN 1036-1 (edizione dicembre 2007). La norma definisce i requisiti minimi di qualità (rispetto ai difetti ottici, visivi e dei bordi) e le prove di durabilità per gli specchi di vetro float argentato per uso all’interno di edifici.
La normativa classifica i vetri stratificati di sicurezza in funzione della resistenza opposta alle azioni dovute a forze esterne. Definisce quindi, tramite due differenti tipi di prova, due categorie di vetri:
- i vetri anti- vandalismo
- i vetri anti- effrazione
Le prove utilizzate hanno lo scopo di verificare la capacità delle lastre di ritardare, per un periodo di tempo limitato l’accesso di oggetti e/o persone ad uno spazio protetto. La prestazione di resistenza agli atti vandalici viene classificata per mezzo della prova di caduta di un corpo duro. Si utilizza una sfera di acciaio di circa 100 mm di diametro ed una massa di circa 4,11 kg. Questa viene fatta cadere da altezze diverse e tutti e tre i provini utilizzati nella prova devono impedire la penetrazione da parte del corpo d’impatto. Le classi per questo tipo di prova sono cinque, dalla P1A alla P5A, in ordine crescente di prestazioni. Per quanto riguarda la resistenza all’effrazione, il test utilizzato è la cosiddetta prova dell’ascia, nella quale tutti e tre provini utilizzati devono richiedere almeno il numero minimo di colpi stabilito per creare un’apertura. La testa dell’ascia ha una massa di circa 2kg e deve essere fabbricata in acciaio fucinato. Per questo tipo di prova ci sono tre classi, dalla P6B alla P8B, in ordine crescente di prestazioni.
Vetri antieffrazione e antivandalismo
Resistenza contro l’attacco manuale – Prestazioni antivandalismo (categorie di resistenza da P1A a P5A – prova della sfera d’acciaio). L’attacco manuale e gli atti vandalici si esprimono spesso con il lancio di oggetti scagliati in modo più o meno violento. I corpi utilizzati e i livelli di energia d’urto associati, descritti dalla norma EN 356 (“Vetro per l’edilizia – Vetro di sicurezza – Collaudo e classificazione della resistenza all’attacco manuale”), definiscono le prestazioni dei vetri esposti a tale rischio. I vetri stratificati propongono diversi livelli graduati di risposta alle aggressioni.Resistenza contro l’attacco manuale – Prestazioni anti-crimine (categorie di resistenza da P6B a P8B – prova dell’ascia).Per questo campo di impiego la norma UNI EN 356 prevede test di resistenza a ripetuti colpi di ascia e di martello.
Protezione dal rischio di ferite in caso di urti accidentali
Di norma, i vetri adatti allo scopo sono quelli la cui definizione normativa è completata dal termine “sicurezza”. Si tratta in particolare delle vetrate di sicurezza temprate o stratificate che rispondono rispettivamente alla norma EN 12150 “Vetro per l’edilizia – Vetro di sicurezza sottoposto a tempra termica” e alla norma EN 12543-2 , Parte 2: “Vetro stratificato di sicurezza”.
Protezione dal rischio di caduta di oggetti su coperture vetrate
I vetri stratificati evitano il passaggio attraverso la parete vetrata di un oggetto in caduta accidentale e garantiscono una stabilità residua del vetro dopo l’urto per la protezione delle zone di attività e di passaggio sottoposte. Anche i vetri temprati possono rispondere alle normative nazionali in materia.
Protezione dal rischio di caduta delle persone
I vetri stratificati rispondono alle esigenze anche in questo campo di impiego. Secondo le normative nazionali, potranno essere vetri temprati, purché stratificati.
Protezione dagli atti vandalici e dall’effrazione
L’attacco manuale e gli atti vandalici si esprimono spesso con il lancio di oggetti scagliati in modo più o meno violento. I corpi utilizzati e i livelli di energia d’urto associati, descritti dalla norma EN 356 (“Vetro per l’edilizia – Vetro di sicurezza – Collaudo e classificazione della resistenza all’attacco manuale”), definiscono le prestazioni dei vetri esposti a tale rischio. I vetri stratificati propongono diversi livelli graduati di risposta alle aggressioni.
Protezione rinforzata dagli atti vandalici e dall’effrazione
Per questo campo di impiego, la norma EN 356 prevede test di resistenza a ripetuti colpi di ascia e di martello. I vetri stratificati sono in grado di rispondere al livello di protezione desiderato.
La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 1063 (edizione novembre 1999). La norma specifica i requisiti prestazionali e i metodi di prova per classificare la resistenza ai proiettili di vetrate e di vetrate composite vetro/plastica.
Vetri antiproiettile
Resistenza ai proiettili di pistole e fucili, la norma ha definito n.7 classi per poter coprire le esigenze di protezione rispetto ai proiettili sparati da queste armi (classi da BR1 a BR7). Resistenza ai proiettili di fucili da caccia (SG) – la classificazione è trattata in modo specifico nella norma che contempla due classi di resistenza (SG1 e SG2). Si distinguono vetri che sotto l’effetto del proiettile producono schegge (S) e quelli che non ne rilasciano (NS). I campi di impiego fanno riferimento alle norme europee o nazionali corrispondenti quali, ad esempio:
Protezione da proiettili di fucili a palla
La classificazione è trattata in modo specifico nella norma EN 1063 che contempla diverse classi di resistenza (SG1 e SG2). La gamma dei vetri stratificati è in grado di resistere agli impatti di questi proiettili.
Protezione da proiettili di arma da spalla o da pugno
La norma EN 1063 ha definito n.7 classi per poter coprire le esigenze di protezione rispetto ai proiettili sparati da queste armi (da BR1 a BR7). Si distinguono vetri che sotto l’azione del proiettile producono schegge (S) e quelli che non ne rilasciano (NS).
Esistono vetri che sono in grado di sopportare l’onda d’urto di un’esplosione senza andare in frantumi, nonostante vengano comunque distrutti. Questo permette di evitare infortuni gravi dovuti alle schegge di vetro o al lancio di frammenti provenienti dall’esterno. Il vetro resistente alla deflagrazione causata da un’esplosione è classificato da ER1 a ER4 in base alla norma EN 13541
La presente norma è la versione ufficiale della norma europea EN ISO 12543-6 (edizione agosto 2011) e tiene conto dell’errata corrige di maggio 2012 (AC:2012). La norma specifica i difetti delle misure fisse e i metodi di prova riguardanti l’aspetto del vetro stratificato quando si guarda attraverso il vetro. La norma è applicabile alle misure fisse al momento della fornitura.
Vetri stratificati di sicurezza
Insieme composto da due o più strati di vetro unite insieme con uno o più intercalari plastici (generalmente PVB polivinilbutirrale). in caso di rottura, l’intercalare serve a trattenere i frammenti di vetro, limita le dimensioni dell’apertura offre resistenza residua e riduce il rischio di ferite da taglio e perforazione. Il numero di lastre di vetro e di intercalari determina il livello di sicurezza in termini di protezione delle persone o dei beni.
Vetri di sicurezza acustici
Vetri costituiti da due o più lastre di vetro con uno o più intercalari di PVB, di cui almeno un PVB acustico. Prestazioni acustiche di alto livello che migliorano il comfort abitativo. Prestazioni meccaniche equivalenti a quelle del PVB tradizionale (non acustico). I vetri stratificati di sicurezza acustici possono essere inseriti in vetrata isolante/tripla arrivando ad un indice acustico massimo di Rw = 51 dB. Variando i supporti in vetro che compongono il vetro stratificato è possibile ottenere funzioni supplementari (isolamento termico, controllo solare, funzioni decorative).
Per essere classificato come antifuoco un vetro deve rientrare in una delle seguenti classificazioni: EI 30, EI 60, EI 90, EI 120.
Vetri antincendio o resistenti al fuoco
Nelle misure di prevenzione degli incendi, è fondamentale scegliere oculatamente i materiali da utilizzare nella costruzione, in funzione della loro resistenza al fuoco. Si devono usare materiali testati, classificati e documentati dalle attestazioni di prova emesse da laboratori certificati, che determinano le caratteristiche dei campioni in prova su apparecchi omologati ed in condizioni standard. Per la resistenza al fuoco le classi sono quelle dei materiali incombustibili, non infiammabili o difficilmente infiammabili. Le lastre di vetro prodotte hanno le migliori classificazioni e in particolare incombustibili, per tutti i vetri monolitici e non infiammabili, per la maggior parte degli stratificati.
La presente norma europea specifica le caratteristiche relative alle tolleranze, alla planarità, alla lavorazione dei bordi alla frammentazione e agli aspetti fisici e meccanici di vetri piani monolitici di sicurezza di silicato sodo-calcico temprato termicamente, per uso in edilizia.
Vetri temprati di sicurezza
La tempra risale al 1959 e fu una risposta tecnica alla domanda dell’industria automobilistica. Questo procedimento consiste in un raffreddamento assai rapido del vetro mediante un soffio d’aria, in pochi secondi il vetro passa da 600° a 300° che aumenta la resistenza del vetro stesso. E’ utilizzato per la fabbricazione dei vetri per le automobili, per l’edilizia e per quelle applicazioni speciali in cui è richiesto un particolare grado di sicurezza. Sotto un colpo violento il vetro temprato, se si rompe, si frantuma in una moltitudine di piccoli frammenti di vetro non taglienti.
La norma specifica le tolleranze, la planarità, la frammentazione e le caratteristiche fisico meccaniche del vetro piano monolitico di sicurezza di silicato sodo calcico temprato termicamente e sottoposto a “heat soak test” per impiego negli edifici.
La direttiva definisce prodotti da costruzione i materiali, manufatti e sistemi realizzati per essere incorporati in opere di costruzione, intese come edifici ed altre opere di ingegneria civile. La direttiva specifica inoltre che possono essere immessi sul mercato esclusivamente i prodotti da costruzione idonei all’impiego previsto, cioè quei prodotti con caratteristiche tali che, una volta inseriti nelle opere di costruzione, consentono a queste ultime di soddisfare i seguenti requisiti essenziali:
- resistenza meccanica e stabilità (le azioni cui può essere sottoposta non provochino crolli, deformazioni o altri danneggiamenti)
- sicurezza in caso di fuoco (in caso di incendio, la produzione e la propagazione del fuoco all’interno e all’esterno siano limitate e gli occupanti possano essere soccorsi senza compromettere la sicurezza anche dei soccorritori)
- igiene, sicurezza e ambiente (materiali e componenti che la costituiscono non producano sostanze tossiche né risultino inquinanti per l’acqua e il suolo)
- sicurezza in uso (la loro installazione e utilizzo non comportino rischi di incidenti)
- protezione contro il rumore (il rumore cui sono sottoposti gli occupanti o le persone vicine non nuoccia alla loro salute)
- risparmio energetico (il consumo dell’energia durante l’utilizzazione dell’opera sia moderato)
Come indicato sopra, i requisiti essenziali si applicano sia al prodotto sia all’opera finale della costruzione. Alla luce di questo si comprende come questa direttiva rivesta un’importanza anche sociale enorme, avendo un impatto diretto sull’ambiente, sulla sicurezza, sulla salute e sul benessere delle persone.
Un prodotto marchiato CE è “un prodotto idoneo all’impiego previsto”, non è frutto della casualità operativa, ma di un processo caratterizzato dal controllo della produzione e da un’organizzazione del processo produttivo. La marcatura CE garantisce che il prodotto da costruzione è conforme a tutte le disposizioni applicabili dalle direttive di pertinenza.